“Duane Michals”
Torino - MEF – Museo Ettore Fico
4 maggio 201829 luglio 2018
Duane Michals è uno dei fotografi contemporanei che ha rinnovato il linguaggio fotografico con maggiore intensità. Artista in bilico tra fotografia e poesia, Michals è uno dei nomi più prestigiosi dell’avanguardia americana. Negli anni Sessanta attiva un nuovo approccio alla fotografia che non pretende di documentare il fatto compiuto, il “momento decisivo” o di affrontare gli aspetti fisici della vita.
«Quando guardi le mie fotografie, stai guardando i miei pensieri».
In questa frase si trova la chiave per leggere l’opera completa di Duane Michals: un’opera che corrisponde alla sua filosofia di vita.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione Mapfre di Madrid. Il percorso espositivo è suddiviso in sezioni che mostrano le diverse modalità espressive gradualmente inventate da Michals, nonché le diverse serie realizzate su argomenti specifici nel tempo.
Unione Sovietica
La mostra inizia con una selezione di ritratti realizzati durante un tour dell’ex Unione Sovietica. Questo è un momento decisivo per il futuro artistico e professionale di Michals che, al suo ritorno a New York, abbandona il lavoro di grafico e inizia la sua carriera di fotografo.
Maestri
Questa sezione è un omaggio ai tre pittori che hanno maggiormente influenzato la visione artistica di Michals e il suo viaggio attraverso l’espressione creativa.
Balthus, René Magritte e Giorgio de Chirico sono riferimenti essenziali nell’universo di Michals che, oltre ad averli incontrati e ritratti, ha trovato ispirazione e collegamenti
estetici nelle loro opere.
Empty New York
La prima importante serie di Michals è Empty New York, ispirata all’opera del fotografo Eugène Atget. In esso è documentata la città vuota e silenziosa di una domenica mattina, nei cui spazi inanimati l’artista trova un ambiente perfetto per mettere in scena le sue storie future.
Sequenze
Questa mostra dedica un ampio spazio alle sequenze, forse la soluzione formale che ha dato più fama a Michals. Con loro riesce a superare i limiti dell’immagine individuale, viene ritenuta insufficiente per esprimere il mondo interiore che vuole mostrarci: «Quando ho iniziato a fare sequenze, non era perché pensavo fosse bello o l’ultima cosa da fare. L’ho fatto per superare la frustrazione del fermo immagine».
Foto-testo
La rivoluzione delle sequenze segue quella della scrittura. I testi fotografici includono frasi che l’artista scrive a mano sulla carta fotografica e che costituiscono un complemento di
ciò che non è visto nell’immagine ma che deve essere raccontato e condiviso, un elemento fondamentale per la comprensione totale dell’opera. Molti dei suoi testi sono ambigui, sono fantastici e privilegiano il doppio gioco di parole e immagini. Attraverso di loro esprime la sua ideologia politica, la sua critica sociale, ad esempio in fotografie come Black is Ugly o The Unfortunate Man, rivela i suoi sentimenti più intimi.
Domande senza risposta
Il capitolo dedicato a “Domande senza risposte” si concentra sulle preoccupazioni filosofiche del fotografo, spiegate in immagini con lunghi testi manoscritti che indagano sulle questioni fondamentali dell’esistenza.
La casa che una volta chiamavo dimora
La doppia esposizione, una tecnica usata da Michal in numerose occasioni, diventa uno strumento visivo di memoria nella storia delle sue origini e della sua famiglia. Il progetto è intitolato The House I Once Called Home e i testi che lo accompagnano sono di una sincerità disarmante.
Come la fotografia ha perso la sua verginità
In On Contemporary Art dà fede alle sue idee sulla deriva del mercato dell’arte contemporanea, dove la parola del critico innesca la citazione di opere di per sé insignificanti
Immagini di un mondo fluttuante
Sempre alla ricerca di nuovi modi e sensibili alla cultura classica internazionale, Michals inventa le fotografie sotto forma di ventagli con la serie Photographs from a Floating World, ispirata alla tradizione popolare giapponese di Ukiyo-e. Queste fotografie sono precise come haiku ed enigmatiche come la natura della vita contemporanea.
Fotografie dipinte
Michals ha recuperato negli ultimi anni una tecnica di pittura a olio applicata direttamente alla fotografia. Aggiungendo certi segni ai vecchi ferrotipi, dà nuova vita ai vecchi ritratti comprati nei mercati di strada, che il fotografo reinterpreta come protagonisti di un mondo creato a sua misura.
Lavoro su commissione
Una grande parte della mostra è dedicata all’opera su commissione di Duane Michals, condotta sempre con grande determinazione per avere libertà nella sua ricerca personale. Magistrale per immortalare personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, i ritratti per prestigiose riviste compongono un mosaico di personaggi che si presentano in un modo nuovo. Queste foto si aggiungono ad altri lavori per il mondo della pubblicità.
Cortometraggi
La mostra si conclude con le ultime opere dell’autore, realizzate in
formato video. Si tratta di una serie di cortometraggi in cui le invenzioni formali sono combinate con contenuti che vanno dalla politica alla comunicazione interpersonale, risolti con un’enorme creatività. Michals ha realizzato per ognuno di essi un poster in cui la cornice dell’immagine è arricchita da testi manoscritti dell’autore. Completano questo percorso, documenti, disegni originali o modelli di libri mai presentati prima, così come una biografia illustrata.